Per offrirti il miglior servizio possibile Dr. Schär Institute utilizza cookies di terzi. Continuando la navigazione nel sito autorizzi l’uso dei cookies. Sono d‘accordo

Piattaforma informativa per esperti sulla celiachia e sensibilità al glutine non celiaca.

Dr. Schär Institute
Menu

Sindrome dell'intestino irritabile: dieta senza glutine e dieta FODMAP

La sindrome dell'intestino irritabile (SII) è un comune disturbo gastrointestinale durante il quale i dolori addominali sono associati a cambiamenti dell’alvo o ad alterate abitudini intestinali (1).
I comuni sintomi della SII includono gonfiore, dolori addominali, nausea, meteorismo, diarrea e/o stitichezza(2). I disturbi gastrointestinali funzionali (FGDI), specialmente la SII, colpiscono circa il 15% della popolazione mondiale, sono due volte più comuni nelle donne (1) e sono un gruppo di disturbi difficili da curare. (3).
 
Il legame che sussiste tra dieta seguita e sintomi addominali è largamente riconosciuto (4) e molti elementi dietetici (come glutine, grassi, latticini, caffè e alcol) possono provocare sintomi gastrointestinali (5).
 
Dato che un numero considerevole di pazienti affetti da SII sviluppano i sintomi quando assumono glutine, nonostante non ci siano prove che siano affetti da celiachia o allergia al frumento, alcuni di loro potrebbero reagire bene a una dieta senza glutine. Vari tipi di interventi hanno evidenziato che limitando l’assunzione di glutine per 4-8 settimane, i sintomi da SII migliorano e si riducono le alterazioni giornaliere dell’alvo, oltre alla permeabilità intestinale (6).
 
Un’altra dieta che si dimostra essere sempre più efficace contro la SII è quella a base di oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi fermentabili e polioli (FODMAP) (7), che migliora efficacemente i sintomi del 75% dei pazienti, ma che potrebbe portare pochi benefici agli altri (8). I FODMAP sono carboidrati a catena corta scarsamente assorbiti. Questi comprendono fruttosio (superiore al glucosio), lattosio, fruttooligosaccaridi, galatto-oligosaccaridi (fruttani e galattani) e polioli (come sorbitolo, mannitolo, xilitolo e maltitolo) (9). Tutti hanno in comune tre proprietà funzionali: 1) sono scarsamente assorbiti dall’intestino tenue, 2) sono molecole piccole e quindi osmoticamente attive e 3) sono dei batteri a fermentazione rapida (7).

I sintomi dei FGID possono essere causati dal malassorbimento di fruttosio e saccarosio che sono prodotti quando l’attività di uno dei carrier riportati nell’illustrazione è alterata (SGLT1, GLUT5 o GLUT2). Il malassorbimento di fruttosio avviene quando questo è superiore al glucosio.
 
Non avendo l’intestino tenue gli enzimi idrolitici capaci di rompere il legame glucosio-fruttosio, i fruttani (oligosaccaridi) non vengono trasportati attraverso l’epitelio e non sono quindi assorbiti. I galattani sono catene di galattosio con una molecola di fruttosio in posizione terminale e si comportano in modo simile ai fruttani.
 
Il sorbitolo è, per finire, il poliolio più comune trovato nella dieta. L’ingestione contemporanea di sorbitolo e fruttosio aggrava i sintomi della SII (10).
 
Essendo il frumento una fonte importante di fruttani nella dieta, significa che la maggior parte di pane, paste e torte contengono una grande quantità di fruttani. Altre fonti sono i vegetali come le cipolle, l’aglio e i carciofi. Gli alimenti ricchi di galattani sono i legumi (soia, fagioli, ceci, lenticchie), cavolo e cavolini di Bruxelles. Alcuni alimenti ricchi di fruttosio sono, per esempio, il miele, le prugne, i datteri, le mele, le pere e la papaia. I disaccaridi come il lattosio sono contenuti nei latticini, ma anche nella maggior parte delle birre e nelle minestre e salse pronte al consumo. I polioli sono contenuti nella maggior parte dei dolcificanti artificiali, oltre che in altre sostanze ingerite come dentifricio, menta, gomma da masticare senza zucchero e molti preparati liquidi utilizzati per il trattamento della tosse e per alleviare il dolore (7).
 
Halmos et al. (11) hanno analizzato l’efficacia della dieta a basso contenuto di FODMAP facendo un esperimento incrociato, controllato e randomizzato. Hanno messo a confronto gli effetti di una dieta a basso contenuto di FODMAP con quelli di una contenente una quantità moderata di FODMAP in pazienti affetti da SII e non selezionati, che non avevano ancora consultato un dietologo. Per determinare la specificità di qualsiasi effetto osservato nei pazienti con SII, si è fatto partecipare all’esperimento come gruppo di controllo un numero di individui sani. Questo studio dimostra l’efficacia di una dieta a basso contenuto di FODMAP nel trattamento dei sintomi gastrointestinali funzionali provocati dalla SII. È inoltre improbabile che i benefici sintomatici di una dieta a basso contenuto di FODMAP siano aspecifici, dato che non si sono rilevati effetti sintomatici sui controlli sani variando l’assunzione di FODMAP.
 
In conclusione, questa prova scientifica convalida l’efficacia di una dieta a basso contenuto di FODMAP e priva di glutine nel miglioramento dei sintomi dei pazienti affetti da SII.
 
 
RIFERIMENTI
 
1.           De Roest RH, Dobbs BR, Chapman BA, Batman B, O’Brien LA, Leeper JA, et al. The low FODMAP diet improves gastrointestinal symptoms in patients with irritable bowel syndrome: A prospective study. Int J Clin Pract. 2013;67(9):895–903.
2.           Goldstein R, Braverman D, Stankiewicz H. Carbohydrate malabsorption and the effect of dietary restriction on symptoms of irritable bowel syndrome and functional bowel complaints. Isr Med Assoc J. 2000;2(8):583–7.
3.           Parrish CR. A FODMAP Diet Update: Craze or Credible? Pract Gastroenterol. 2012;37–46.
4.           Lea R, Whorwell PJ. The role of food intolerance in irritable bowel syndrome. Gastroenterol Clin North Am. 2005;34(2):247–55.
5.           Heizer WD, Southern S, McGovern S. The Role of Diet in Symptoms of Irritable Bowel Syndrome in Adults: A Narrative Review. J Am Diet Assoc. 2009;109(7):1204–14.
6.           Cozma-Petrut A, Loghin F, Miere D, Dumitrascu DL. Diet in irritable bowel syndrome: What to recommend, not what to forbid to patients! World J Gastroenterol. 2017;23(21):3771–83.
7.           Gibson PR, Shepherd SJ. Evidence-based dietary management of functional gastrointestinal symptoms: The FODMAP approach. J Gastroenterol Hepatol. 2010;25(2):252–8.
8.           Rangnekar AS, Chey WD. The FODMAP Diet for Irritable Bowel Syndrome: Food Fad or Roadmap to a New Treatment Paradigm? Gastroenterology. 2009;137(1):383–6.
9.           Gibson PR, Shepherd SJ. Personal view: Food for thought - Western lifestyle and susceptibility to Crohn’s disease. The FODMAP hypothesis. Aliment Pharmacol Ther. 2005;21(12):1399–409.
10.        Evans PR, Piesse C, Bak Y-T, Kellow JE. Fructose-sorbitol malabsorption and symptom provocation in irritable bowel syndrome: relationship to enteric hypersensitivity and dysmotility. Scand J Gastroenterol. 1998;33(11):1158–63.
11.        Halmos EP, Power VA, Shepherd SJ, Gibson PR, Muir JG. A diet low in FODMAPs reduces symptoms of irritable bowel syndrome. Gastroenterology. 2014;146:67–75.
www.drschaer-institute.com