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FODMAP: Maggiori prove a supporto?

Dr. Schär Institute Dieta FODMAP Intolleranza al glutine Nutrizione senza glutine
Una dieta a basso contenuto di carboidrati fermentabili a catena corta (FODMAP) sta diventando più di frequente un trattamento dietetico approvato per la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) ed altri disturbi funzionali intestinali grazie al suo effetto di alleviare i sintomi gastrointestinali. [1]
Il concetto che alcuni singoli carboidrati, p. es. lattosio, fruttosio e sorbitolo, provochino sintomi simili all’IBS negli individui predisposti, non è nuovo. Tuttavia, il fatto di raggruppare i carboidrati fermentabili a catena corta e di ridurre il loro consumo complessivo, è una novità. [2] La dieta a basso contenuto di FODMAP ha le sue origini in Australia ed è stata introdotta con successo nel Regno Unito cinque anni fa.

Che cosa sono i FODMAP e dove si trovano?

Il termine FODMAP è un acronimo dell’inglese fermentable oligisaccharides, disaccharides, monosacharides and polyols (in italiano corrisponde a oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili). Gli oligosaccaridi comprendono i fruttani ed i galatto-oligosaccaridi che sono catene di varia lunghezza di unità di fruttosio e di galattosio con una parte terminale di glucosio. I fruttani comprendono l’inulina (DP 2-60), l’oligofruttosio (DP 2-8) e i frutto-oligosaccaridi (DP <10) [3] e le fonti alimentari sono p.es. frumento, cipolla ed aglio. I galatto-oligosaccaridi comprendono il raffinosio e lo stachiosio e le tipiche fonti alimentari sono fagioli e legumi. L’assorbimento di oligosaccaridi nel tratto gastrointestinale è molto limitato (meno del 5 %), dovuto alla carenza, negli esseri umani, di enzimi che sono in grado di scindere i legami glicosidici. [4,5]

Il lattosio è un disaccaride idrolizzato nel digiuno da un enzima ß-galattosidasi chiamato lattasi. La manifestazione della lattasi raggiunge il punto massimo subito dopo la nascita. Tuttavia, in quasi 70 % degli umani, inizia a calare dopo il primi mesi di vita ed in alcuni casi si riduce a tal punto che dosi superiori a 4 g di lattosio possono essere malassorbite e portano ad avere sintomi simili all’IBS negli individui sensibili. [6] Il lattosio è contenuto in natura nel latte materno ed è spesso aggiunto a prodotti finiti per aumentare il sapore e la consistenza e ad agenti farmaceutici come addensante.

Il monosaccaride fruttosio è assorbito attraverso la membrana intestinale da carrier specifici, due dei quali sono abbastanza conosciuti. Il primo trasportatore è il GLUT5, che è specifico per il fruttosio, ma ha un limite di capacità di assorbimento. Il secondo è un trasportatore degli esosi chiamato GLUT2, che trasporta sia glucosio che il fruttosio. [7] Una quantità equa di fruttosio e glucosio è ottimale per l’assorbimento del fruttosio, anche se il malassorbimento di fruttosio non è raro e si osserva nel 30 – 60 % delle persone. [8] Il fruttosio è presente in natura nella frutta e nel miele e viene utilizzato sempre di più nell’industria alimentare per migliorare il sapore e la consistenza nei prodotti finiti.

I polioli, detti anche alcol dello zucchero (p. es. sorbitolo, mannitolo, xilitolo), vengono assorbiti passivamente lungo l’intestino tenue ad una velocità variabile a seconda della loro grandezza molecolare, della grandezza dei pori intestinali, di malattie organiche e del tempo di transito nell’intestino tenue. [1] Il malassorbimento dal una dose di sorbitolo di 10 g è stato riportato 60 al 70 % delle persone. [9]

Lattosio, fruttosio e polioli possono diventare potenziali FODMAP quando vengono malassorbiti.

Meccanismo della creazione di sintomi

Esistono due meccanismi ben definiti esercitati dai FODMAP nel tratto gastrointestinale che possono causare sintomi simili all’IBS negli individui sensibili.

Attività osmotica
Il malassorbimento di carboidrati a catena corta li rende osmoticamente attivi nel lumen gastrointestinale. Nei pazienti con ileostomia, una dieta ad alto contenuto di FODMAP produce circa un 20 % in più di effluente ileale totale, acqua e peso secco in confronto a una dieta a basso contenuto di FODMAP. [10] Inoltre, nei soggetti sani, il mannitolo o il fruttosio apportano un contenuto d’acqua nell’intestino tenue dieci volte più alto sulle immagini di risonanza magnetica (MRI) in comparazione al glucosio o a una combinazione di eque quantità di glucosio e fruttosio. [11,12] Un aumento del contenuto d’acqua nell’intestino tenue può provocare una dilatazione luminale, dolori addominali, borborigmi ed eventualmente diarrea negli individui predisposti.

Fermentazione colonica
Quando i FODMAP raggiungono il colon sono già stati fermentati dal microbiota colonico producendo gas, p.es. idrogeno. Nei pazienti con ipersensibilità viscerale, una produzione aumentata di gas può provocare sintomi di dilatazione addominale e dolore addominale. I breath test all' idrogeno sono utili per misurare la produzione colonica di gas dopo l’ingestione di carboidrati. Vari studi meccanicistici hanno infatti riportato un aumento della produzione idrogena in volontari sani e pazienti con IBS dopo il consumo di FODMAP singoli o in combinazione. [12,13] Inoltre, pazienti con IBS riportano un aumento di sindromi gastrointestinali seguendo una dieta ad alto contenuto di FODMAP. [13]
Dr. Schär Institute Dieta FODMAP Intolleranza al glutine Trasporto di fruttosio

Evidenza clinica

Nonostante tutti questi dati meccanicistici di alta qualità, nell’impiego clinico la dieta a basso contenuto di FODMAP è in grado di alleviare i sintomi dell’IBS? La base di prove per studi incontrollati, e più recentemente anche controllati, sull’efficacia della dieta a basso contenuto di FODMAP sta aumentando. Una valutazione retrospettiva di pazienti con un malassorbimento di fruttosio, che hanno aderito alla dieta a basso contenuto di FODMAP, ha mostrato che nell’85 % dei casi tutti i sintomi dell’IBS sono stati alleviati. [14] Questo studio è stato seguito da un test FODMAP in uno studio incrociato sull’alimentazione dello stesso gruppo. Pazienti che hanno precedentemente avuto successo con la dieta a basso contenuto di FODMAP sono stati confrontati con dosi sempre più alte di fruttosio e/o fruttani e glucosio come controllo mentre seguivano la dieta a basso contenuto di FODMAP, dove la maggior parte del cibo è stata fornita per la durata dello studio. I sintomi sono stati valutati durante ogni test e hanno mostrato che il fruttosio e/o i fruttani hanno inciso significativamente sui sintomi IBS complessivi ed individuali (gonfiore, dolore addominale e flatulenza). Inoltre, questo studio ha dimostrato una reazione alle dosi di fruttosio e/o fruttani con un aumento di sintomi correlato all’aumento delle dosi. [15]

Uno studio controllato non randomizzato ha paragonato i sintomi dell’IBS durante le visite di controllo in pazienti che sono stati trattati con la dieta a basso contenuto di FODMAP a coloro che hanno seguito i consigli dietetici standard basati sulle linee guida NICE (National Institute for Health and Care Excellence). [16] Questo studio ha dimostrato che il 76 % dei pazienti, ai quali è stata prescritta la dieta a basso contenuto di FODMAP, ha mostrato un miglioramento complessivo dei sintomi in confronto al 54 % del gruppo che ha seguito i consigli dietetici standard. [17] Tuttavia, i principali limiti di questo studio furono che non era randomizzato e che erano stati registrati solo i sintomi alla visita di controllo.

Sono stati fatti tre studi randomizzati controllati (RCT dall’inglese randomised controlled trials) per valutare la dieta a basso contenuto di FODMAP nel trattamento dell’IBS. Il primo fu uno studio alimentare incrociato che comparava 4 giorni di dieta a basso e ad alto contenuto di FODMAP. Questo studio ha dimostrato che i sintomi erano molto più lievi seguendo la dieta a basso contenuto di FODMAP. [13] Il prossimo RCT, un altro studio alimentare, fu ugualmente incrociato e mostrava che i sintomi complessivi, dolori addominali, gonfiore e flatulenza, erano considerevolmente più lievi dopo 3 settimane di dieta a basso contenuto di FODMAP in comparazione alla dieta ad alto contenuto di FODMAP. [18] Il problema degli studi alimentari è che non considerano difficoltá di tutti i giorni, che si posso o riscontrare quando bisogna seguire una dieta restrittiva. L’ultimo RCT finora, paragonava 4 settimane di dieta a basso contenuto di FODMAP con un’alimentazione abituale. Entrambi i gruppi ricevettero consigli dietetici da un dietista specializzato e mostrarono che i sintomi erano sufficientemente controllati nel 68 % dei pazienti che seguiva la dieta a basso contenuto di FODMAP, al confronto del 23 % nel gruppo di controllo. [19]

Sicurezza

Una dieta a basso contenuto di FODMAP limita la scelta di una grande varietà di alimenti come cereali ricchi di amido, frutta e verdure, latte e latticini e piatti pronti che contengono ingredienti ad alto contenuto di FODMAP. Alimenti alternativi adatti costituiscono una parte chiave dell’educazione del paziente e anche sotto il rigoroso controllo del dietista, è stato dimostrato che l’assunzione di sostanze nutritive, in particolare del calcio, può essere compromessa durante la dieta a basso contenuto di FODMAP. [19] La dieta ha un effetto drastico sulla composizione del microbiota gastrointestinale e pazienti con IBS spesso soffrono di disbiosi. L’effetto prebiotico di alcuni carboidrati (p. es. frutto-oligosaccaridi e galatto-oligosaccaridi) è ben provato, quindi la riduzione della loro assunzione nell’ambito della dieta a basso contenuto di FODMAP rappresenta una potenziale preoccupazione.

Infatti, è stata osservata una riduzione importante della concentrazione di bifidobatteri luminali dopo 4 settimane di dieta a basso contenuto di FODMAP. [19] Tuttavia, è tuttora incerto se questa riduzione sia problematica a breve o lungo termine e necessita di ulteriori indagini.

La pratica clinica

Le prove a favore sostengono l’impiego della dieta a basso contenuto di FODMAP nella pratica clinica. Tuttavia la ricerca giustifica il suo impiego solamente se accompagnato da una consulenza dietetica. I dietisti devono seguire i propri pazienti affinchè la dieta a basso contenuto di FODMAP venga eseguita in modo ottimale e devono essere in grado di misurare le reazioni e i sintomi. [20] Inoltre, la limitazione rigorosa dei FODMAP è consigliata solo per un breve periodo di tempo che non deve superare le 8 settimane. Dopodiché è raccomandata la reintroduzione di FODMAP, secondo le tolleranze individuali e in relazione ai sintomi gastrointestinali al fine di aumentare la varietà dell’alimentazione, assicurare il giusto apporto di calorie e nutrienti e limitare al minimo l’impatto sul microbiota gastrointestinale.
Autore
MIRANDA CE LOMER PHD RD
  • Consulente Dietista Senior della Guy’s and St Thomas’ NHS Foundation Trust
  • Docente Onoraria Senior del King’s College London
Miranda Lomer è una dietista con oltre 20 anni di esperienza nella gastroenterologia. Ha presentato numerose pubblicazioni sulla gestione dietetica di disturbi gastrointestinali e malattie infi ammatorie intestinali. Ha avviato con successo lo sviluppo e l’implementazione di un programma di formazione dietetica per l’educazione al paziente sui FODMAP nel Regno Unito.
Fonti
  1. Staudacher H. M., Irving P. M., Lomer M. C., Whelan K. Mechanisms and efficacy of dietary FODMAP restriction in IBS. Nature Gastro Hep. 2014 [Epub ahead of print]
  2. Shepherd S. J., Lomer M. C., Gibson P. R. Short-chain carbohydrates and functional gastrointestinal disorders. Am J Gastroenterol 2013;108(5):707–717
  3. Roberfroid M. B. Inulin-type fructans: functional food ingredients. J. Nutr. 2007:137 (Suppl. 11), 2493S–2502S
  4. Bach Knudsen K. E., Hessov I. Recovery of inulin from Jerusalem artichoke (Helianthus tuberosus L.) in the small intestine of man. Br. J. Nutr. 1995:74, 101–113
  5. Macfarlane G. T., Steed H., Macfarlane S. Bacterial metabolism and health-related effects of galacto-oligosaccharides and other prebiotics. J. Appl. Microbiol. 2008:104, 305–344
  6. Lomer M. C. E., Parkes G. C., Sanderson J. D. Lactose intolerance in clinical practice: myths and realities Aliment Pharmacol Ther 2008: 27; 93–103
  7. Jones H. F., Butler R. N., Brooks D. A. Intestinal fructose transport and malabsorption in humans. Am. J. Physiol. Gastrointest. Liver Physiol. 2011:300, G202–G206
  8. Rumessen J. J., Gudmandhoyer E. Absorption capacity of fructose in healthy-adults – comparison with sucrose and its constituent monosaccharides. Gut 1986:27, 1161–1168
  9. Yao C. K., Tan H. L., van Langenberg D. R., Barrett J. S., Rose R., Liels K., Gibson P. R., Muir J. G. Dietary sorbitol and mannitol: food content and distinct absorption patterns between healthy individuals and patients with irritable bowel syndrome. J. Hum. Nutr. Diet 2013 [Epub ahead of print]
  10. Barrett J. S., Gearry R. B., Muir J. G., Irving P. M., Rose R., Rosella O., Haines M. L., Shepherd S. J., Gibson P. R. Dietary poorly absorbed, short-chain carbohydrates increase delivery of water and fermentable substrates to the proximal colon. Aliment. Pharmacol. Ther. 2010:31, 874–882
  11. Marciani L., Cox E. F., Hoad C. L., Pritchard S., Totman J. J., Foley S., Mistry A., Evans S., Gowland P. A., Spiller R. C. Postprandial changes in small bowel water content in healthy subjects and patients with irritable bowel syndrome. Gastroenterology 2010:138, 469–477.e1
  12. Murray K., Wilkinson-Smith V., Hoad C., Costigan C., Cox E., Lam C., Marciani L., Gowland P., Spiller R. C. Differential effects of FODMAPs (fermentable oligo, di, mono-saccharides and polyols) on small and large intestinal contents in healthy subjects shown by MRI. Am. J. Gastroenterol. 2013 [Epub ahead of print]
  13. Ong D. K., Mitchell S. B., Barrett J. S., Shepherd S. J., Irving P. M., Biesiekierski J. R., Smith S., Gibson P. R., Muir J. G. Manipulation of dietary short chain carbo-hydrates alters the pattern of gas production and genesis of symptoms in irritable bowel syndrome. J. Gastroenterol. Hepatol. 2010:25, 1366–1373
  14. Shepherd S. J., Gibson P. R. Fructose malabsorption and symptoms of irritable bowel syndrome: guidelines for effective dietary management. J. Am. Diet Assoc. 2006:106, 1631–1639
  15. Shepherd S. J., Parker F. C., Muir J. G., Gibson P. R. Dietary triggers of abdominal symptoms in patients with irritable bowel syndrome: randomized placebo-controlled evidence. Clin. Gastroenterol. Hepatol. 2008:6, 765–771
  16. National Institute for Health and Care Excellence Guideline Development Group. Irritable bowel syndrome in adults: Diagnosis and management of irritable bowel syndrome in primary care London: NICE, 2008. www.nice.org.uk/CG061 [accessed 11/03/2014]
  17. Staudacher H. M., Whelan K., Irving P., Lomer M. C. Comparison of symptom response following advice for a diet low in fermentable carbohydrates (FODMAPs) versus standard dietary advice in patients with irritable bowel syndrome. J Hum Nutr Diet 2011:24(5);487–495
  18. Halmos EP, Power VA, Shepherd SJ, Gibson PR, Muir JG. A diet low in FODMAPs reduces symptoms of irritable bowel syndrome. Gastroenterology Sept 2013 [Epub ahead of print]
  19. Staudacher H. M., Lomer M. C., Anderson J. L., Barrett J. S., Muir J. G., Irving P. M., Whelan K. Fermentable carbohydrate restriction impacts on luminal bifi dobacteria and gastrointestinal symptoms in a randomized controlled trial of patients with irritable bowel syndrome. J Nutr 2012:142(8);1510–1518
  20. McKenzie Y., Alder A., Anderson W., Brian A., Goddard L., Jankovich E., Mutch P., Reeves L., Singer A., Lomer M. C. E. British Dietetic Association evidence-based practice guidelines for the dietetic management of irritable bowel syndrome (IBS) in adults. J Hum Nutr Diet. 2012:25(3);260–274
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